Castello e Mura
Probabilmente il castello fu edificato già nell'XI secolo. La sua presenza era infatti indispensabile per proteggere il paese che si sviluppava proprio al di sotto delle pareti a strapiombo del monte Civita, un luogo che per la sua stessa posizione strategica non poteva essere lasciato incustodito. Solo impropriamente si poteva definire un castello, essendo piuttosto una fortificazione a cui si collegava la cinta muraria che, scendendo a valle, chiudeva l'abitato in una specie di sacca difensiva. Il nucleo è costituito da una costruzione quadrangolare orientata ad ovest, con torrioni angolari, mura a scarpa e corte interna scoperta. Ad essa si attaccava una costruzione più bassa che racchiudeva un grande spazio, una sorta di piazza d'armi, estesa fino al ciglio del burrone. Strutture murarie minori orientate a sud-est scendevano sulle balze rocciose verso la chiesa del Soccorso, per bloccare qualsiasi tentativo di penetrazione. Più volte rimaneggiato ed ampliato, il castello cadde in disuso con il progredire della tecnica militare, e alla fine del XVII secolo doveva essere già in rovina, come del resto il paese e la chiesa di S. Cecilia, che erano sorti attorno ad esso. Lungo il suo perimetro, nel quale ancora le cinque porte: quella Romana di fronte alla chiesa del Soccorso; quella Valeria all'estremità opposta (che conserva ancora il nome dell'antica via romana); quella di S. Rocco (o Pulcina) a fianco del Palazzo Ducale e dalla quale partiva l'ampliamento realizzato alla fine del Trecento da Ladislao di Durazzo; la Porta da' Piedi, come dovrebbe chiamarsi correttamente, sia perché questa è la denominazione più antica, radicata nel dialetto stesso (Porta Pee) e quella che meglio esemplifica la sua collocazione nella parte bassa del paese, sia perché l'attuale denominazione di Porta dei Marsi fa riferimento ad una tradizione culturale ed etnografica estranea al paese, in epoca proto-storica appartenente alla nazione equa; infine Porta Corazza, dalla parte del fiume Imele.