La Storia

La Storia

Il territorio era stato abitato nell’antichità prima dagli Equi poi dai Marsi, fiero popolo mai domo e grande combattente.

Esistono sicuri cenni storici di un abitato, nell’attuale località alta di Tagliacozzo, a partire dall’XI secolo.
Prima di allora si sono ritrovati, in alcuni testi imperiali Carolingi del 964 e del 998, riferimenti al Monastero di S. Cosma, altrimenti detto “In Heloritu” (cioè in un bosco di alloro).
Prima ancora sussistono tracce di insediamenti in grotte, alcuni addirittura in epoca Neolitica e nell’ Età del Bronzo.
Il centro abitato di cui si è detto si sarebbe sviluppato attorno a tre Parrocchie – S. NicolaS. Egidio e S. Pietro – e comunque nella parte alta dei monti Arunzo e Civita, che sovrastano l’attuale città.
Nel corso dell’XI secolo il territorio fu inglobato nella Contea dei Marsi, enucleata dal Ducato Longobardo di Spoleto e attribuita, nel 926, a Berardo il Francigeno, capostipite del casato Berardi.
Nel 1074 ci sarebbe stato, nel territorio in questione, un centro abitato che, avente base nel castello sul monte Civita, si estendeva verso il basso. Nel 1173 il feudo passò ai De Pontibus, antica famiglia della zona.


Nel 1268, 23 agosto, il territorio e precisamente i Piani Patentini furono teatro della famosa Battaglia di Tagliacozzo, tra Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò; essa segnò il destino d’Europa in favore degli Angioini sugli Svevi, favorendo ancora per secoli il potere temporale del Papa. Fu vinta con uno stratagemma ideato da Alardo di Valery che sgominò le truppe avversarie, ormai sicure della vittoria e senza più difese, giungendo alle loro spalle di nascosto. Dante ricorda tale battaglia nel XXVIII canto dell’Inferno.
In tale occasione si consolidò il potere dei De Pontibus che appoggiarono Carlo D’Angiò. Questi, sotto la spinta Papale, che temeva la forza antagonista di un impero centrale voluto dagli Svevi, lottava per l’affermazione degli Stati Nazionali. Con il matrimonio di una dei De Pontibus con Napoleone Orsini, il possesso del feudo passò a quest’ultima famiglia, che lo mantenne fino alla metà del XV secolo.
Si ricordano in particolare Rinaldo (per il grande sviluppo territoriale impresso alla Contea – divenuta tale nel 1250 circa) e Giacomo, Cardinale (che ne concretizzò lo sviluppo economico). Quest’ultimo fu peraltro uno dei protagonisti, dopo lo scisma d’occidente, nelle contese per la limitazione del potere temporale del Papa.


Nel 1400 circa il Papa Alessandro V, quale premio per l’appoggio ottenuto in una contesa territoriale, staccò la Contea di Tagliacozzo dal Regno di Napoli e lo aggregò allo Stato Pontificio, confermandone la titolarità a Giacomo Orsini. Intorno al 1410 gli Orsini ottennero di aprire in Tagliacozzo una Zecca che creò, nel tempo, due monete: prima il “Bolognino” e poi il “Cavallo”.
Agli Orsini di Roma – ramo che si estinse – subentrarono nel possesso della contea gli Orsini di Bracciano, che, in particolare con Roberto Orsini, determinarono il massimo splendore di Tagliacozzo favorendo la costruzione di palazzi nobiliari e la realizzazione di molte opere d’arte.
La famiglia Orsini, proprietaria di altri feudi e con un potere che andava dal Tirreno all’Adriatico, nel 1497 fu privata dal Papa del feudo – divenuto Ducato – di Tagliacozzo, assegnato invece alla famiglia Colonna, che lo tenne fino al 1806, (Il primo duca fu Odoardo, famosi furono poi Prospero e soprattutto Marcantonio, coinvolti pienamente nelle contese dell’epoca). Con tale nuovo dominio il centro del Ducato si spostò gradualmente verso Avezzano, dove fu ampliato il castello costruito dagli Orsini.
Iniziano per Tagliacozzo secoli oscuri, che resero la Città poco inserita nell’evoluzione maturata nei restanti territori e meno disponibile ai vari miglioramenti sociali. In questi periodi si ricordano solo tre personaggi di spicco: Giovanni Capoccio, uno dei 13 italiani vittoriosi nella famosa Disfida di Barletta (Novembre 1503); il matematico ed astronomo Andrea Argoli (1570 – 1649) e la poetessa Petronilla Paolini Massimi (1663 – 1729). E’ incerta invece l’origine Tagliacozzana di Gaspare Trigambi, il primo chirurgo estetico italiano, morto a Bologna nel 1599.
Tuttavia ancora nel 1794 Tagliacozzo risultava il centro più popoloso della zona, con circa 12.000 persone.


Dopo l’unità d’Italia, non pienamente condivisa nel territorio, Tagliacozzo fu toccata dal fenomeno del Brigantaggio, per il quale si ricorda in particolare l’attività del Brigante Boryes (invero generale borbonico) che godeva nella zona di varie protezioni. Egli però fu catturato e poi fucilato nelle vicinanze di Tagliacozzo l’8/12/1861. In quello stesso anno nella zona vi furono violenti moti contro il nuovo stato Piemontese, sedati con grande spargimento di sangue.
Tagliacozzo diviene, con l’inizio del 1900, una importante sede di villeggiatura, specie per i romani facoltosi. Ciò si prolungò, dopo una stasi nel periodo dell’ultima guerra, fino agli anni ’70.
Tuttora è meta turistica e di ferie, invernali ed estive, per la salubrità dell’aria, per la bellezza dei luoghi e per la bontà della sua cucina.